Faccio volontariato in un canile e collaboravo con questa struttura già da diversi anni quando arrivò un pastore tedesco femmina dalle orecchie lunghe e diritte che chiamammo subito Buccia. Giocare con Buccia era divertentissimo: aggrediva l’acqua che usciva dal tubo di gomma tentando di morderla quando pulivamo il suo box, abbaiava con insistenza per chiedere che le si lanciasse la pallina mentre la sua coda spazzava l’aria trasmettendo un’allegria travolgente che ti ripagava per esserti alzata presto la mattina di una giornata di inverno buia e gelida. Io mi divertivo tantissimo con Buccia. Nonostante ciò, gli anni passavano e nessuno la chiedeva in adozione. Passarono gli anni e Buccia invecchiò.
Manteneva la voglia di giocare e agitava sempre la sua codona possente e fiera ma le sue zampe non la sostenevano più come un tempo.
Come purtroppo spesso accade, c’era nell’aria una rassegnazione all’ineluttabilità delle cose. E’ vecchia, va così.
Non era certo il primo cane che vedevo invecchiare in canile. Ma lei era ancora così vitale e allegra. E io ero così amareggiata nel vedere i cani invecchiare in modo triste.
Con un altro volontario, mi misi alla ricerca di qualche cosa che potesse aiutarla. Avevo visto in giro qualche cane con il carrellino, ma erano tempi in cui il nostro canile aveva molte emergenze da fronteggiare e certe cose sembravano fantascienza. Ma Buccia mi scodinzolava e voleva giocare con la pallina.
“Ok, cucciola, ti regalo un carrellino” le dissi.
Iniziammo le ricerche su Internet. In Italia, trovai poco o niente.
Mi imbattei però in un blog che trattava proprio di cani disabili e che riportava i riferimenti a siti inglesi e americani zeppi di ausilii specifici per cani e anche altri animali anziani e disabili. Mi si aprì un mondo davanti agli occhi. Perché in Italia eravamo così indietro? Quante volte, negli anni di volontariato, avevo accompagnato persone che cercavano un cane da adottare perché avevano da poco fatto sopprimere il loro, che era diventato vecchio e non si reggeva più sulle zampe? Tante, tante da aver perso il conto. E invece quei cani avrebbero potuto continuare a vivere. E pure bene.
La cosa che più mi piacque di quei negozi online furono le immagini. Non il cane paralitico-poverino-quanto sei sfigato. Cani in spiaggia, cani nel bosco, cani FELICI. Tanti avevano orgogliosi la pallina in bocca. E le rotelle sotto il sedere.
Ormai non era più solo Buccia. Ormai li volevo aiutare tutti.
Insomma, non li potevo aiutare tutti, però potevo aiutare i loro padroni a gestirli meglio e a non rassegnarsi alla punturina finale anzitempo. Ne abbiamo parlato in canile, ho coinvolto persone all’esterno del canile, qualche contatto alla ricerca del sindaco che ci ha smarcati subito, la presenza di qualche commerciante che ci ha aiutati con piccole ma importanti donazioni. E, strada facendo, siamo arrivati ad aprire una sede distaccata della Associazione Adozioni Bau Bau che abbiamo definito “Zamparotella”.
Cominciamo dalla prima cosa che viene in mente a tutti. Se dici “animale disabile”, tre persone su quattro pensano al cane col carrellino (il quarto pensa che tu sia fuori di testa).
Come quando dici, “persona disabile” a quattro su quattro viene in mente l’immagine della persona sulla sedia a rotelle.
Ecco, il parallelo carrellino uguale sedia a rotelle non è valido. Non sempre.
Una persona usa la sedia a rotelle quando proprio non riesce a camminare. Le gambe non si muovono perché c’è una paralisi, o non reggono per più di pochi passi a causa di vari problemi. Se, però, ho solo bisogno di un appoggio mono o bilaterale, userò un bastone, una stampella, un deambulatore.
Ecco, un carrellino si può, e in molti casi si deve, pensare proprio come ad un bastone.
Molti attendono che il cane non si muova più prima di acquistare un carrellino, con il risultato che il poverino ha già perso tutto il tono muscolare. Quando avrà il suo carrellino, per esempio per sorreggere le zampe posteriori, farà fatica ad usarlo perché anche le anteriori si saranno indebolite.
Avrà anche già perso un po’ di entusiasmo nei confronti della vita.
Se sapete che il vostro cane soffre di una malattia degenerativa o se sta diventando anziano e fatica a reggersi, aiutatelo al più presto con un bastone. Cioè, con un carrellino.
Se il cane deve fare della riabilitazione per brevi periodi, si può anche in questi casi usare un carrellino, spesso fornito direttamente dal centro di fisioterapia.
Dove lo trovate? Come lo scegliete?
Ci sono in giro molti carrellini artigianali. Fatti con buona volontà da volontari. Di solito costano poco. Il lavoro di queste persone è ammirevole e alcuni lo fanno da tanto tempo. Molti invece improvvisano, perché “tanto è un cane”.
Spesso il concetto è: faccio un’impalcatura e ci attacco due rotelle. Un po’ come dire: ho bisogno della sedia a rotelle; prendo la sedia del mio soggiorno, rubo le rotelle al carrello del supermercato, ce le incollo alla sedia ed è fatta.
Pensate sempre che il cane, sul carrellino, ci dovrà stare tanto tempo. Dovrà stare comodo, altrimenti non sarà così felice di usarlo e potrà avere dei problemi. I carrellini che si trovano in commercio sui siti specializzati (pochi in Italia, molti all’estero, soprattutto in Inghilterra) sono già pensati e perfezionati, di solito con la collaborazione di veterinari esperti.
Quale che sia la vostra scelta, tenete presente alcune caratteristiche irrinunciabili:
- La postura: il carrellino DEVE garantire una postura e movimenti fisiologici e la possibilità di fargli fare i propri bisogni. Si vedono carrellini che costringono a tenere le zampe sollevate all’indietro in modo esagerato, oppure che impediscono i movimenti della testa verso l’alto, oppure ancora che lo costringono a posizioni sedute del tutto innaturali.
- I materiali. La struttura deve essere robusta, ma leggera. Il peso, se il carrellino è ben pensato, viene scaricato a terra e non grava sul cane. Ma quando ci sono asperità del terreno, gradini , dislivelli, etc, il peso può scaricarsi sulle articolazioni e sulla colonna, quindi è bene che sia ridotto al minimo. Considerate anche che, quando il cane non lo usa, potreste doverlo spostare, maneggiare, sollevare voi. Tutto ciò non deve andare a scapito della robustezza, soprattutto se deve sorreggere animali molto pesanti o molto vivaci!
- Le ruote. No alle ruote rigide e piene, per favore. Non è un carrello del supermercato. Provate voi ad andare in bicicletta con ruote pesanti, rigide e che non ammortizzano. Diventa una fatica insormontabile, gli distruggete le articolazioni e farà pure un sacco di rumore se la superficie non è quella liscia di un pavimento.
- I sistemi di aggancio. Le imbragature e le pettorine che sostengono il cane devono essere robuste ma morbide. Molto morbide. NON devono interferire con la circolazione. Abrasioni e, nei casi peggiori, piaghe sono sempre un rischio. Eventuali cuciture devono essere dello spessore minimo indispensabile. Tubi di metallo ripiegati e imbottiti alla buona non sono un buon sistema.
- La sicurezza. Assicuratevi che il costruttore abbia provveduto a renderlo irribaltabile sia in senso longitudinale sia trasversale. Cioè, il cane non deve ribaltarsi all’indietro se sta superando un dislivello, né sul fianco se decide di affrontare una curva stretta a velocità supersonica.
Una scelta che potreste ritrovarvi a dover fare è tra carrellini su misura, a taglie o regolabili.
Come per un vestito, naturalmente su misura è meglio. Ricordate, il cane ci passerà molto tempo. E sarà molto più comodo se il carrellino sarà stato fatto proprio per lui e non per un altro cane, anche se magari i due si assomigliano.
Svantaggi: se è per un rifugio, diventa magari complicato usarlo per più cani; dovete armarvi di pazienza e prendere le misure con una certa precisione, magari in due se il cane è pesante e ha difficoltà a rimanere in piedi da solo.
Alcuni negozi offrono carrellini di diverse taglie. Pronti per l’acquisto, sono ovviamente una discreta soluzione per cani “standard”. Di solito, se avete un bastardino dalle forme buffe, oppure esigenze particolari, non sono personalizzabili.
Una buona via di mezzo è offerta dai carrellini totalmente regolabili. Si tratta di kit da assemblare, con elementi di varie lunghezze e larghezze, ruote più o meno alte e manuali di istruzioni piuttosto lunghi.
Sono un’ottima soluzione per i canili, ad esempio. Richiedono una buona manualità e tendono ad essere un po’ meno stabili, proprio perché costituiti da più elementi tenuti insieme da viti e incastri che tendono inevitabilmente ad avere gioco tra loro. Ciò non significa che siano strutturalmente inadeguati, ma è una naturale conseguenza del sistema di aggancio a scatto delle varie parti.
Senza entrare nel dettaglio, i carrellini esistono per cani paraplegici e tetraplegici ed esistono per animali diversi dai cani. Anche gatti (quando ne hanno voglia loro, si sa come sono fatti), conigli, cavie, capre, possono utilizzare i carrellini.
Molti si (e mi) chiedono: e se compro il carrellino e poi il mio cane, gatto, ratto non lo accetta?
Risposta: se avete un cane, potete stare tranquilli. Abbiamo venduto decine e decine di carrellini e mai ci è capitato che un cane non ne volesse sapere.
A meno che non si tratti di un cane molto pauroso, vedrete che non ci saranno problemi.
Naturalmente, dovete aspettarvi qualche perplessità iniziale. Di solito li vedrete muoversi all’indietro invece che in avanti, oppure incastrarsi da qualche parte perché non hanno coscienza dei nuovi ingombri.
E’ importante che non vi spaventiate, che non trasmettiate ansia al cane e che gli diate tempo. Premiate i primi passi in avanti. Non forzatelo a rimanere con il carrellino troppo a lungo se notate che si stanca, soprattutto nei primi tempi.
Per i gatti non è possibile fare un discorso generale, data la loro indole. Ogni gatto è un caso speciale e il proprietario è la sola persona che può fare previsioni. Un gatto sicuro di sé e abituato a farsi manipolare è un buon candidato, mentre i mici più diffidenti potrebbero avere qualche problema o spaventarsi.
I conigli, pur essendo anatomicamente molto diversi da cani e gatti, possono trarre indubbio giovamento da un carrellino. Sono purtroppo frequenti i casi di conigli paralizzati in seguito a cadute accidentali, anche se non sempre imprevedibili. Approfitto per ricordare che, per quanto tenero, morbido e irresistibile, un coniglio non andrebbe mai sollevato da terra per prenderlo in braccio. Potrebbe scambiarvi per un temibile predatore piombato dall’alto, spaventarsi a morte, divincolarsi per liberarsi e cadere rovinosamente a terra. Un coniglio paralizzato, o con difficoltà di movimento, tende a rimanere sdraiato e ciò, alla lunga, può procurargli difficoltà nel recuperare i cecotrofi indispensabili per la propria alimentazione. Il carrellino lo aiuterà a muoversi e anche a mantenere posture corrette. I cecotrofi vengono lasciati al suolo e il coniglio, voltandosi, potrà recuperarli.
Ricordate poi che il vostro animale dovrà essere tenuto sotto controllo, mentre indossa il carrellino. Scordatevi di mettere il carrellino al cane, mollarlo in giardino e andare al lavoro tranquilli.
Infine, un consiglio – esortazione: decorate i vostri carrellini!
Rendeteli colorati, personalizzateli con targhe, adesivi, decorazioni e tutto quanto vi viene in mente per renderli ALLEGRI. L’animale disabile non deve fare pena quando lo portate in passeggiata. Odio quando sento i passanti dire “poooooveriiiiiiiinooooooooooo”.
Non è un “poverino”. Lo avete aiutato a vivere meglio. Lo avete tenuto con voi quando probabilmente vi sentivate dire e suggerire di sopprimerlo. Andatene fieri.